sabato 19 aprile 2008

A freddo: Silvio c'è, la Sinistra no, il PD chissà


di Massimo Marini
dal blog
http://massimomarini.blogspot.com

Non starò certo qui a fare l'ennesima disamina sul risultato del voto di domenica scorsa. Con tutti i fiumi di inchiostro che sono stati riversati sui media di ogni tipo, mi pare sia francamente impossibile aggiungere altro. Silvio c'è, ora e per i prossimi cinque anni, a meno di cataclismi nella sua salda maggioranza che però paiono quantomeno improbabili per ora. Berlusconi, a meno di eccessi di personalismi leghisti, potrà "finalmente" realizzare l'Italia che ha in mente. Che questo sia un pericolo per il sistema Italia e per i suoi cittadini è certamente una considerazione di parte, ma che ha delle solide basi di ragionamento che svilupperò in un prossimo intervento. La Sinistra Arcobaleno, dopo lo sconcertante non-risultato, si è mostrata per quello che è: un'accozzaglia di sigle di partitini e di leaderini anacronistici, priva di un reale programma comune e priva di una reale intenzione di amalgamare le esperienze a sinistra del PD (come richiedeva e richiede tutt'ora la base - la Casa Comune dei Comunisti promossa da Vattimo è un esempio di raccolta di queste istanze attualmente vivissimo). Difatti nemmeno 24 ore dopo lo sfascio elettorale, ecco Diliberto sfilarsi, Bertinotti dimettersi, Giordano fuggire (salvo poi rientrare tirato per la camicia dalla Segreteria del Partito), Pecoraro Scanio farsi piccolo piccolo... Un cartello elettorale tenuto insieme solo da un senso di appartenza a Sinistra, senza nemmeno i simboli dell'appartenenza a Sinistra. Quanto al PD, la situazione è un tantino complicata. La fatidica soglia del 35% non è stata raggiunta, ma nonostante ciò la leadership di Veltroni per ora sembra essere inattaccabile, se non altro perché gli viene riconosciuto il profondo gap iniziale che ha dovuto affrontare all'indomani della caduta del Governo Prodi. Ora però il Partito è atteso al varco, sia dai suoi elettori che anche e soprattutto dai simpatizzanti con riserva, coloro i quali cioé, al centro come a sinistra (ma più a sinistra a quanto pare), hanno messo il segno sul simbolo del PD domenica scorsa, ma che sono pronti a ritornare sulle loro posizioni iniziali qualora dovessero sentirsi traditi negli atteggiamenti, nei programmi, nelle lotte di opposizione. La bufera dello sciogliemento Dl e Ds, della nascita del PD, della caduta del Governo di centrosinistra, delle elezioni e del post elezioni sta oramai esaurendo il suo impatto. Nei prossimi mesi (diciamo un annetto) si vedrà se Veltroni riuscirà a vincere gli attriti interni e a dare definitivamente corpo e slancio alla nuova esperienza politica, o se invece dovrà ripiegare su semplici assestamenti di potere, con magari qualche nome nuovo e qualche forma nuova di comunicazione, che sarebbero la morte definitiva non solo del PD, ma di tutto il versante riformista italiano.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Hai letto questo articolo di Merlo su Repubblica?
Cosa ne pensi?

http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/politica/elezioni-2008-tre/soldato-fausto/soldato-fausto.html
Sam

Massimo Marini ha detto...

Grazie per la segnalazione. Effettivamente è un'ipotesi suggestiva che però pare a mio giudizio che resterà tale. Se Veltroni avesse superato il fatidico 35% (è solo un numero, ma ragionano così) sarei stato più ottimista, ma in questo modo penso che si scatenerà un lotta di potere ai vertici del PD che immobilizzerà per un po' il respiro riformista che aveva impresso Veltroni. Ne è un esempio la querelle che sta nascendo per la nomina del nuovo Presidente del Partito, e di quella del cooordinatore generale. Staremo a vedere.

Anonimo ha detto...

Vaffanculo

Massimo Marini ha detto...

Conciso ma esaustivo