di Samuele Siani
dal blog http://noncontromaper.splinder.com
Della triste, penosa intervista del neo-ministro per le Pari Opportunità, Maria Rosaria Carfagna (il link lo trovate in fondo) vorrei solo soffermarmi su due punti. Il primo, riguardante il fatto che il ministro ritiene come al giorno d'oggi, nessuno più considera l'omosessualità una malattia. Nulla di più falso o quantomeno il ministro non è informato. Ricorda infatti il ministro che l'omosessualità è stata associata a malattia non più tardi di un anno fa, da Paola Binetti, psichiatra e numeraria dell'Opus Dei, nella trasmissione Tetris? Ricorda il ministro che si arrivò a parlare di una fantomatica lobby gay che aveva fatto pressione per togliere dal DSM l'omosessualità? Ricorda il ministro gli accostamenti fra omosessualità e pedofilia – questa sì, una patologia – o il connubio "amore debole" utilizzati dal Papa e dai capi della CEI? Ricorda che ella stessa, mediante una astuta citazione, parlò delle coppie omosessuali come di "costituzionalmente sterili"? Ricorda il ministro la discussione rilanciata da Liberazione sulla terapia riparativa? Il secondo, per quanto dichiara il ministro Carfagna nella chiusura dell'intervista: «Le associazioni nazionali dei gay dicono che in due anni ci sono stati 12 casi di vittime di violenza omosessuale? Ma hanno presente i dati della violenza e della molestia sessuale sulle donne? Almeno 6-7 milioni ogni anno.» Se il ministro, Maria Rosaria Carfagna non comprende che ci si può occupare di entrambe le situazioni da lei citate e si dovrebbe evitare questi confronti fra categorie discriminate e fra vittime; se non comprende che la discriminazione è comunque discriminazione, che l'abuso è comunque abuso sia che colpisca uno, cento o mille vittime; se non comprende che il Pride si è impegnato sempre nei confronti di tutte le discriminazioni, anche quelle sulle donne – senza doverle ricordare, per altro, che anche le lesbiche sono donne e anche le lesbiche rientrano tra le vittime dei maschi; mi risulta ancor più difficile sperare che possa comprendere come, in un certo mondo omosessuale – penso a quello degli amori fugaci dei parchi cittadini, per esempio – sia estremamente complicato dimostrare un caso di omofobia ed estremamente difficile avere cifre di denuncie da citare poiché molte vittime – tra cui padri di famiglia – si vergognano di ammettere pubblicamente le rapine, le violenze e perfino gli stupri subiti in luighi di battuage. Ritengo che il ministro Carfagna con queste affermazioni decise stia cercando in primo luogo di dimostrarsi molto determinata, in particolar modo, forse, verso i suoi colleghi maschi. Se ella stessa si sente discriminata per il suo passato, eviti di dimostrare la sua determinatezza e la sua tenacia a sfavore di categorie di persone. E inizi a farsi chiamare col suo nome, Maria Rosaria, anziché Mara, che sarà meno bello, ma sarebbe un buon modo per iniziare a combattere le discriminazioni. La notte è cominciata.
Intervista del Ministro per le Pari Opportunità al Corsera
La tristezza delle associazioni e la risposta spietata del ministro a Vladimir Luxuria
dal blog http://noncontromaper.splinder.com
Della triste, penosa intervista del neo-ministro per le Pari Opportunità, Maria Rosaria Carfagna (il link lo trovate in fondo) vorrei solo soffermarmi su due punti. Il primo, riguardante il fatto che il ministro ritiene come al giorno d'oggi, nessuno più considera l'omosessualità una malattia. Nulla di più falso o quantomeno il ministro non è informato. Ricorda infatti il ministro che l'omosessualità è stata associata a malattia non più tardi di un anno fa, da Paola Binetti, psichiatra e numeraria dell'Opus Dei, nella trasmissione Tetris? Ricorda il ministro che si arrivò a parlare di una fantomatica lobby gay che aveva fatto pressione per togliere dal DSM l'omosessualità? Ricorda il ministro gli accostamenti fra omosessualità e pedofilia – questa sì, una patologia – o il connubio "amore debole" utilizzati dal Papa e dai capi della CEI? Ricorda che ella stessa, mediante una astuta citazione, parlò delle coppie omosessuali come di "costituzionalmente sterili"? Ricorda il ministro la discussione rilanciata da Liberazione sulla terapia riparativa? Il secondo, per quanto dichiara il ministro Carfagna nella chiusura dell'intervista: «Le associazioni nazionali dei gay dicono che in due anni ci sono stati 12 casi di vittime di violenza omosessuale? Ma hanno presente i dati della violenza e della molestia sessuale sulle donne? Almeno 6-7 milioni ogni anno.» Se il ministro, Maria Rosaria Carfagna non comprende che ci si può occupare di entrambe le situazioni da lei citate e si dovrebbe evitare questi confronti fra categorie discriminate e fra vittime; se non comprende che la discriminazione è comunque discriminazione, che l'abuso è comunque abuso sia che colpisca uno, cento o mille vittime; se non comprende che il Pride si è impegnato sempre nei confronti di tutte le discriminazioni, anche quelle sulle donne – senza doverle ricordare, per altro, che anche le lesbiche sono donne e anche le lesbiche rientrano tra le vittime dei maschi; mi risulta ancor più difficile sperare che possa comprendere come, in un certo mondo omosessuale – penso a quello degli amori fugaci dei parchi cittadini, per esempio – sia estremamente complicato dimostrare un caso di omofobia ed estremamente difficile avere cifre di denuncie da citare poiché molte vittime – tra cui padri di famiglia – si vergognano di ammettere pubblicamente le rapine, le violenze e perfino gli stupri subiti in luighi di battuage. Ritengo che il ministro Carfagna con queste affermazioni decise stia cercando in primo luogo di dimostrarsi molto determinata, in particolar modo, forse, verso i suoi colleghi maschi. Se ella stessa si sente discriminata per il suo passato, eviti di dimostrare la sua determinatezza e la sua tenacia a sfavore di categorie di persone. E inizi a farsi chiamare col suo nome, Maria Rosaria, anziché Mara, che sarà meno bello, ma sarebbe un buon modo per iniziare a combattere le discriminazioni. La notte è cominciata.
Intervista del Ministro per le Pari Opportunità al Corsera
La tristezza delle associazioni e la risposta spietata del ministro a Vladimir Luxuria